Menopausa e terza età
Tra i momenti fondamentali, nella vita di una donna, la menopausa è sicuramente uno dei più delicati. Questo processo fisiologico comporta la cessazione dell’attività delle ovaie e, di conseguenza, la drastica diminuzione della produzione degli ormoni estrogeni. La conseguenza più evidente è la cessazione delle mestruazioni e della capacità riproduttiva della donna.
L’insorgenza della menopausa è il momento in cui donne in lieve sovrappeso vanno incontro ad ulteriore aumento di peso, spesso sfociando in obesità conclamata. Ciò avviene perché, in tale periodo, le donne affrontano le conseguenze dell’ipoestrogenismo in aggiunta alle alterazioni endocrino-metaboliche peculiari dell’obesità, esponendosi così alle relative complicanze cardiovascolari tipiche delle alterazioni del quadro lipidico, dell’assetto coagulativo e dell’insulino-resistenza. E’ proprio in tale periodo che la donna ha le stesse probabilità di manifestazioni cardiopatiche, come l’infarto del miocardio, dell’uomo. Infatti, nella donna, la presenza degli ormoni sessuali durante l’età fertile esercita un’azione protettiva nei confronti delle malattie cardiovascolari. Gli estrogeni sembrerebbero, in particolare, avere un ruolo importante nei meccanismi di vasodilatazione, soprattutto a livello delle arterie coronarie, e determinerebbero nella donna più basse concentrazioni di colesterolo totale .e, in proporzione, maggiori quantità di colesterolo HDL
Osteoporosi
Il fenomeno più caratteristico della menopausa è l’osteoporosi. Esso interessa maggiormente le donne perché posseggono una massa ossea inferiore e perché con l’insorgenza della menopausa, a causa della riduzione estrogenica, si assiste ad una demineralizzazione dell’osso che diviene quindi più fragile ed esposto a rischi di fratture anche in seguito a traumi lievi. L’osteoporosi viene suddivisa in due tipi, l’osteoporosi post-menopausale (tipo I) nella quale si assiste ad una rapida perdita della massa ossea nei primi anni successivi alla cessazione della funzione ovarica e può continuare per circa una decade.
L’altro tipo di osteoporosi conosciuta è quella correlata all’età (tipo II), nella quale si assiste ad un’inevitabile perdita, negli anni, di massa ossea posseduta che colpisce sia le donne che gli uomini. Quest’ultima compare solitamente dopo i settant’anni di età.
Questo è un processo involutivo assolutamente fisiologico, del quale però lo stato nutrizionale deve tenerne conto e nei limiti del possibile cercare di prevenire le eventuali complicanze fin qui descritte. Purtroppo, nella fascia d’età avanzata spesso si assiste a fenomeni di malnutrizione, sia quantitativa (motivi sociali ed isolamento) che qualitativa (un ridotto apporto di proteine nobili, di vitamine A, C, B6, B12, E, acido folico, calcio, fosforo e grassi insaturi).
Prevenzione dell’osteoporosi
Si basa su quattro obiettivi che riguardano lo stato nutrizionale e lo stile di vita:
- Evitare che il bilancio del calcio diventi negativo. Ciò significa garantire un buon apporto di calcio sin dall’età dello sviluppo ed ampliarlo nei periodi cruciali come la gravidanza, l’allattamento e la menopausa. Il fabbisogno di calcio è stabilito intorno agli 800 mg/die per la donna adulta, ma tale quantità non è sufficiente nella donna in età post-menopausale, dove invece sono necessari almeno 1,5 g/die per prevenire un eventuale bilancio negativo. Tale apporto deve essere garantito attraverso l’assunzione giornaliera di cibi ricchi di calcio, altra fonte da non sottovalutare è l’acqua che consumiamo quotidianamente. E’ stato dimostrato che la caffeina aumenta le perdite di calcio attraverso il rene e l’intestino. Un introito moderato (200 – 300 mg/die) ha un effetto dannoso minimo. L’alcool, oltre al suo noto effetto anoressizzante ha un effetto tossico diretto sulla formazione della massa ossea.
- Garantire un buon apporto di vitamina D. Ciò può avvenire attraverso una corretta alimentazione (pesce, cereali, grassi) ma anche attraverso una regolare esposizione ai raggi solari. Nell’uomo infatti la provitamina D è sintetizzata dall’organismo e si trova proprio nella pelle, dove l’irradiazione con raggi solari, grazie ai raggi ultravioletti trasforma la provitamina (forma inutilizzabile) in vitamina D (forma utilizzabile). Le sue principali funzioni sono: aumento della fissazione del calcio e del fosforo nelle ossa, aumento dell’assorbimento intestinale del calcio e del fosforo, riduzione dell’evacuazione di calcio e fosforo. Il quantitativo giornaliero raccomandato è di circa 3 µg/die, valore che sale fino a 10 µg/die durante la gravidanza e l’allattamento.
- Evitare l’eccesso di peso. Correggere tempestivamente le condizioni di sovrappeso. Il peso in eccedenza e l’obesità svolgono un effetto negativo accelerante sul processo osteoporotico e su quello artrosico che si aggravano proprio nel periodo della menopausa.
- Svolgere costantemente attività fisica. Tale attività deve essere ben coordinata, e finalizzata soprattutto alla colonna vertebrale e alle articolazioni delle anche. L’attività fisica esercita un effetto positivo ritardante sull’osteoporosi e sull’artrosi.
In conclusione si può affermare che oltre ad un adeguato introito dietetico possono essere d’aiuto nel ridurre i rischi di osteoporosi le seguenti raccomandazioni:
- Consumare caffeina in quantità moderata (non più di tre tazzine al dì)
- Evitare diete iperproteiche
- Evitare diete con più di 35 g di fibre/die
- Evitare l’abuso di alcool
- Evitare il fumo
- Effettuare un regolare e programmato esercizio fisico
- Valutare, dopo un attento consiglio medico, l’eventuale assunzione di supplementi di calcio e/o di vitamina D.
LINEE GUIDA PER LA PREVENZIONE DELL’OSTEOPOROSI del Ministero della Salute Link
BIBLIOGRAFIA
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- Vivere: conoscere e prevenire, vivere più a lungo e meglio – SIGE 1989 – M. Coltorti
- Guida ad una corretta alimentazione – E. Turchetto – 1986
- Obesità postmenopausale – M. Zammataro – EDRA 2000
- Dietary calcium and bone mass through the lifecycle – Nutrition Tody – JJB Anderson – 1990
- Sonneville KR, Gordon CM, Kocher MS, Pierce LM, Ramappa A, Field AE. Vitamin D, Calcium, and Dairy Intakes and Stress Fractures Among Female Adolescents., Arch Pediatr Adolesc Med. Published ahead of print March 5, 2012.